(Molmerswende, Harz, 1747 - Gottinga 1794) poeta tedesco. Condusse una vita spregiudicata e inquieta. Legato da amicizia ai poeti del gruppo letterario del Göttinger Hain, si distinse fra loro per una più vigorosa vena artistica. Eccelse nell’antica forma della ballata popolare, riproposta prima di lui dall’inglese Percy e da Herder. Il suo capolavoro è Leonora (Lenore, 1774), canto d’amore e di morte percorso da una cupa tragicità; assieme a Il cacciatore feroce (Der wilde Jäger, 1778), fu tradotto da Berchet, che vi premise come introduzione la sua Lettera semiseria. Coltissimo letterato, autore di traduzioni da Omero e Shakespeare, B. si cimentò, con risultati ineguali, nei temi e nei metri più vari. Bellissime le due elegie, nelle quali cantò, sotto il nome di Molly, la cognata da lui amata. Nei sonetti, di eccellente fattura, riecheggiò talora Petrarca. Ma la sua personalità esuberante e passionale trovò la sua espressione più consona nella forma della ballata, alla quale seppe imprimere, con l’ausilio di onomatopee, ritornelli, esclamazioni, un ritmo intenso e incalzante, raggiungendo (al di là di un popolaresco gusto del misterioso e del macabro), note di solenne tragicità. Non mancava a B. anche una predilezione per il grottesco e il bizzarro: traducendo dall’inglese (1785-88) Le avventure del barone di Münchhausen di R.E. Raspe, vi mise molto di suo e ne fece, rispetto all’originale, un’opera molto più aggrovigliata e ricca di allusioni.